Si dibatte sul tema, ormai, quotidianamente e i punti di convergenza tra le varie anime sono sempre più difficili da mettere a fuoco. Ma perché tanta animosità su questo argomento? Proviamo a dare il giusto perimetro al contesto e un giusto peso e forma alle cose di cui parliamo. Facciamo una prima osservazione: l'intelligenza artificiale è la continuazione logica e "naturale" dell'evoluzione tecnologica che con un certo abbrivio ci accompagna quotidianamente - dall'ambito domestico, passando a quello industriale per arrivare a modo militare e aerospaziale - almeno dal 2000 - 2004. Quindi non è nulla di particolarmente ingombrante al punto da farci riflettere e rallentare.
Internet lato server con i tanti strumenti software sempre più potenti e lato utente con app spesso di dubbia affidabilità, è un mondo ancora oggi paragonabile al far west. Epoca dei ricercatori d'oro che realmente diventavano ricchi con modalità predatorie. Oggi viviamo in un'epoca nella quale i giovani manager formati nelle più prestigiose Università dell'occidente sono talvolta prestati a fare lo stesso lavoro; un caso su tutti è ben raccontato nel libro dal titolo: "LA DITTATURA DEI DATI" di Brittany Kaiser (nome un po’ inquietante "Kaiser") che si autodefinisce la talpa della Co. Cambridge Analytica e svela come i Big data e i Social vengano usati per manipolarci e minare la democrazia.

Potrei continuare andando indietro e modestamente parlare della mia 1ma Co. milanese, e dire che già nel 2003 avevamo progettato un sistema secondo il quale l'utente che fruiva delle nostre informazioni on-line inviate in estratto via e-mail, riuscivamo a conoscere quali informazioni leggeva e quindi quale era il suo interessamento al servizio e quali informazioni cercava per migliorare la performance dei contenuti alzando di molto la qualità di ciò che offrivamo al mondo BtoB, mentre i nostri competitor mandavano ancora le stesse informazioni via FAX. Chiarito grosso modo il mondo in cui viviamo non da ieri ma almeno dal 2000, veniamo ai giorni nostri e proviamo a dire qualcosa di sensato sull'IA. Non c'è da allarmarsi a mio avviso, nella misura in cui ci sia resi conto del modo di lavorare e quanto abbiamo familiarizzato con le commodity informatiche negli ultimi 25 anni, nel mondo domestico e industriale e, almeno 50 anni, se consideriamo anche il comparto militare. Abbiamo solo fatto un passo in più, nemmeno tanto grande se pensiamo alla diffusione del Telefono GSM-GPRS all'epoca dei Mondiali '90 in cui Luca Cordero di Montezemolo si faceva notare in giro parlando al telefono, lungo un percorso già segnato, quindi, da molti anni. C'è un unico aspetto dell'IA da studiare e dibattere che se non correttamente gestito potrebbe creare instabilità democratica e riguarda la componente autonoma di cui questa nuova Era porta con sé in dote. Mentre tutto quello di cui ho fatto cenno, che ha segnato il progresso tecnologico e di cui ci siamo dotati nella vita quotidiana, accrescendo una cultura umana con una nuova faccia tecnologica tutti siamo un po’più informatici - diceva il mio Professore all'Università nel 1989, che per quanto riguarda l'IA, se non correttamente normata nello sviluppo, progettazione e applicazione a livello internazionale per non dire globale, potrebbe diventare un modo, per chi ne detiene i codici di sviluppo, di condizionare l'umanità con particolari risvolti antidemocratici. Il focus va posto sulle caratteristiche peculiari di questo nuovo "mattone" tecnologico tra i tanti usati per edificare una società sempre più moderna ed evoluta, la componente di autoreferenzialità, auto-programmazione, emulazione che sfiora il reale. Tutto ciò ci deve far riflettere, ma il problema è tanto più rischioso quanto non si siano fatti i compiti come si deve negli ultimi decenni.

La tutela dei dati per ogni Paese era ed è molto importante per altri motivi spesso materia di lavoro delle polizie internazionali, e cosi l'egemonia dei collegamenti internet oceanici; sono meno di 10 le Company al mondo proprietarie di questa infrastruttura, ma le più grosse sono tre o quattro, e cosi l'uso delle applicazioni interne, come i Social, mal regolamentate, e altro ancora. È questo di cui parlo con una certa insistenza almeno dal 2016, ed è la scarsa attenzione delle parti sociali, politiche, istituzionali, davanti a questi temi-sono quasi disinteressati-che ci porta oggi a provare qualche disagio a parlare di Intelligenza artificiale. Diciamo - dico per quanto abbia fatto in questi anni e dopo diversi incontri istituzionali - che quella parte del Pianeta che ha svolto il ruolo di Leadership dal 2004 ad oggi, è tranquilla perché domina i futuri sviluppi tecnologici come chi ha sempre "fatto i compiti" e un'altra parte dell'umanità tra cui rientriamo noi Italia ed Europa, bravissimi a scrivere tante leggi, talvolta inapplicabili e che restituiscono spiccioli in termini di risultato, ci avviamo verso un'epoca di disagi e di rincorsa alle soluzioni ai problemi. Non voglio fare lo stupido errore di affrancare la mia categoria di informatico della prima era, italiano e non statunitense, ma lo sapevamo e lo sappiamo bene che in quota parte, in basa a quanto si contribuisce alla modernizzazione dell'umanità, noi pionieri da millenni, giochiamo questa partita zavorrati da investimenti non fatti e ruoli politici che non hanno posto fino ad oggi, la giusta attenzione a questo tema.
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