Dal 2021 l’osservatorio (DeRev) che offre periodicamente una analisi obiettiva su questo importante tema e, tutti coloro che cercano di capire come funziona la comunicazione strutturata e finalizzata ad obiettivi certi sulle piattaforme social, dovrebbero consultare per non esporsi a truffe o millanterie. Una su tutte incentrata su quanti follower ha un account che si propone come consulente di immagine, questo parametro non è sovrastante per essere certi del successo di una campagna di comunicazione, e non solo perché potrebbero essere comprati, anche se fossero tutti spontanei, non rafforzerebbe il peso del consulente di immagine - creator - che tenta di attrarre clienti e budget impegnativi per pubblicizzare un prodotto o un brand. DeRev (https://derev.com/2024/07/compensi-degli-influencer-2024/) ha diffuso di recente i dati che danno una fotografia netta di cosa ha valore per fare una buona comunicazione e come detto, non è importante il numero di follower o semplicemente i like che raggiunge un post ma il coinvolgimento che il creator genera - Engagement.
Il tracollo di Facebook era noto da tempo, lo si è capito da come l'algoritmo che interagisce con gli iscritti spesso invita a cliccare sull'icona per farti accedere avvisandoti che ci sono notifiche per te, di fatto, sono notizie generiche, irrilevanti per te. Questo malessere riguarda un pò tutte le piattaforme a differenza di Instagram e soprattutto Linkedin, questo ulteriore dato ci dice una volta di più che ormai il trend delle aziende in termini di investimento va verso creator che smuovono molto il coinvolgimento e spesso non sono forti in termini di numero di follower.
"Sono i compensi dei mega influencer e delle celebrity a ridursi maggiormente perché i brand si stanno orientando sempre di più verso creator più piccoli"
(CEO di DeRev - Roberto Esposito).
Un altro aspetto importante da non sottovalutare, il non essere una "celebrity" non fa incorrere nel rischio di un tracollo di immagine legato ad altre vicissitudini della celebrity stessa, un esempio per tutti Chiara Ferragni e le sue vicende giudiziarie, aspetto critico deltutto scongiurato nel caso di creator "non celebrity" che offrono al brand un ottimo coinvolgimento del pubblico senza per questo essere tanto famosi da rientrare nell'Olimpo dei personaggi famosi.
Tre dati importanti e necessari: investire meno, ottenere ugualmente un'ottimo "engagement" , non correre il rischio di un danno d'immagine causato dal personaggio al quale si è legato il brand. In tal senso guardare questi aspetti con attenzione, ovvero la reale consistenza del profilo del creator, ha dato un impulso verso l'altro a Linkedin dove è centrale la reputation dell'account creator, oltre ad una predisposizione algoritmica aggiornata di recente per sviluppare comunicazione tra brand e creator. Spesso i creator sono opinion leader, imprenditori e manager di spicco.
Twitter non è preso in considerazione essendo del tutto irrilevante in questo discorso. Linkedin invece offre metriche molto precise che consento al creator in partnership con il brand promuovere contenuti indirizzati con successo a determinati target con precisione convincente.
In futuro si parlerà anche dei Virtual influencer, ma non è ancora il momento non avendo un posizionamento preciso in termini di indici analitici.
Articolo pubblicato sul nr.11/2024 del settimanale Maipiusolo News.
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