
Da diversi giorni la Polizia di Stato accompagnata da testimonial e opinionisti televisivi, hanno dato il via ad una campagna di contrasto ai tentativi di truffa talvolta andati a segno, di vendite on-line in questo caso si parla di viaggi vacanza, case vacanza e prodotti legati al turismo. Il fenomeno è costantemente vivo e semplicemente si sposta da un ambito ad un altro cercando di colpire vittime inermi predando dati e danaro, indifferenti all'idea di rovinare le vacanze a turisti, famiglie, o anziani. I consigli delle Forze dell'Ordine sono sintetici e dettagliati quindi si potrebbe concludere che la cura al male generato dai malfattori è totalmente stato messo in campo e quindi essere tranquilli che nessuno si farà male, per così dire, ma cerchiamo di fare una riflessione o più di una, sul punto focale che presta il fianco al truffatore.
Va detta una cosa che è un comune denominatore un pò in tutte le attività cibernetiche via web quindi nell'interazione uomo-macchina-contenuti empatici. Non è una cosa semplice da redimere, il motivo sta tutto nella predisposizione euforica ed ottimista con cui ci si pone verso una scelta imminente che già immaginiamo nella nostra testa e l'interazione con un dispositivo come lo smartphone o tablet, che ci consente oltretutto di mettersi comodi, su un divano, o in una postura comoda, abbassa ulteriormente le intenzioni di diffidenza o analisi e riflessioni di carattere prudenziale. Questo contesto insieme ad altre condizioni "a latere" fanno sì che il processo criminale di convincere a cliccare e dare seguito ad un pagamento è una cosa possibile e determinante per concludere la truffa. Tutto ciò va tenuto presente benchè vada detto che le medesime condizioni ambientali e confortevoli sono utili anche per vendere qualcosa di genuino, quindi sono necessarie anche al player del mercato che ha realmente qualcosa di concreto ed affidabile da vendere. Si comprende che a valle di questa riflessione andiamo ad elevare un alert proprio sul processo decisionale che bisogna necessariamente percorrere per fare una scelta che risponda ad una determinata necessità - un viaggio, un bene di largo consumo, un regalo, etc.-.
Quindi in sintesi, il rischio di subire una truffa è tanto maggiore quanto più abbassiamo le nostre autodifese e innalziamo molto l'ottimismo, immaginando tutte le cose belle che procurano benessere e buon umore legate al successo di quella transazione che (consentirebbe, il condizionale è d'obbligo) consentirà di andare finalmente ...in vacanza, o avere quell'oggetto che aspettavamo impazienti di ricevere, o assolvere l'impegno di fare quel determinato regalo. Quindi la prudenza e la diffidenza sono necessarie pur consapevoli che la mente di ogni essere vivente per natura ha bisogno di dopamina, si alimenta dell'ormone del benessere per vivere al meglio e non aprire la porta a malesseri come depressione e malumore cronico. Il danno quindi con questo genere di reati è non solo materiale - economico - ma anche di natura psicologica, dove cerchiamo un ristoro meritato troviamo una trappola che ci farà sprofondare in malumore, depressione, sconforto, e forse sperando che mai più possa accadere, decidere di fare un passo in una direzione che non contempla il ritorno.
A tal proposito, c'è un film che ho visto ancora una volta di recente, la trama in sintesi è questa: "Eloise, subisce una truffa informatica che la priva in un istante di ogni risparmio e di un fondo di beneficenza da lei gestito. Sopraffatta dalla disperazione per quanto avvenuto, la donna si suicida". il titolo di questo film da non perdere è "THE BEEKEEPER" un film action con Jason Statham e diretto da David Ayer.
Concludendo, questa ulteriore piaga legata alla tecnologia che colpisce le categorie fragili è ampiamente nota, ripromettiamoci di fare buon uso delle tante raccomandazioni e augurandoci che, a livello di sanzioni e di pene da infliggere in questi specifici casi criminali, siano sempre più forti e facciano realmente da deterrente.
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